Riportiamo qui di seguito il testo della comunicazione inviataci dal Presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati, dott. Mino Schianchi, relativa all’audizione alla Commissione Lavoro della Camera sulla proposta di legge D’Uva-Molinari per la riforma dei trattamenti pensionistici.
Inoltre, cliccando sui link sottostanti, potrete prendere visione dei documenti a cui si fa riferimento:
Comunicato CIDA audizione Pensioni
“Cari colleghi,
vi invio in allegato il documento audizione_AC1071.docx ricevuto da Stefano Cuzzilla ed il successivo comunicato stampa CIDA diffuso oggi. Sono documenti chiari, sintetici ed esaustivi che vi prego di diffondere presso tutti gli associati.
Colgo l’occasione per condividere con voi alcune mie considerazioni.
E’ chiaro che il Governo intende colpire le pensioni le c.d. d’oro, non tanto per il risparmio che ne può derivare, ma piuttosto per farne bandiera di propaganda contro i “privilegi”.
Il paragrafo 26 del contratto di Governo è emblematico a questo riguardo: vengono messi sullo stesso piano: i pensionati, vitalizi parlamentari, macchine blu, aereo di governo ecc. I segni dei privilegi.
A fronte di questa linea propagandistica non si deve offrire la sponda a nuovi interventi, sia pure temporanei, come il contributo di solidarietà. Sarebbe la nostra accondiscendenza alla becera propaganda contro una minoranza che non ha forza contrattuale per difendersi. Per giunta formata da anziani che non hanno la forza di andare in piazza e di gridare.
Se occorre pervenire a questa soluzione (muovo contributo di solidarietà) deve essere chiaro che è una nuova imposizione che i pensionati subiscono, ma non possono preventivamente contrattarla. Deve essere chiaro che è una nuova “imposizione” dopo aver subito continue sospensioni della perequazione e 9 provvedimenti di solidarietà.
Per giunta c’è la proposta di legge del ricalcolo. E’ un’operazione divisiva fatta per legge: sotto i 4500 vi sono i pensionati “buoni”, che prendono una pensione cui hanno diritto, perché è scontato che questi hanno versato i contributi, mentre sopra i 4.500 vi sono i “privilegiati” che quasi certamente non hanno versato i contributi. E’ una volgarissima strategia intesa a dividere la categoria. Grave se qualcuno non l’ ha ancora capito.
Allora, a mio avviso, l’unica posizione chiare è questa: abbiamo già dato all’atto dell’attribuzione delle pensioni: il limite a 40 anni, nessuna valutazione dei contributi versati dopo i 40, e col sistema retributivo diamo continuamente per effetto di un sistema di rendimenti decrescenti dei contributi versati. Abbiamo già contribuito con sospensioni di perequazione, modifiche peggiorative del sistema e contributi di solidarietà.
Credo sarete già informati del fatto che oltre agli annunciati interventi (ricalcolo o contributo di solidarietà), il Governo sembra si proponga anche di non dare corso al ripristino della perequazione, quella con scaglioni percentuali anti Governo Letta (V. Messaggero di oggi). Disdicendo, così, un altro impegno dei Governi precedenti.
Dobbiamo tutti cominciare a riflettere sul fatto che, ormai, c’è in atto una vera e propria persecuzione contro i pensionati. Almeno di una parte di essi.
Insomma, mentre si dice che non si vogliono mettere le mani nelle tasche degli italiani, le uniche tasche frequentate costantemente dal Governo sono quelle dei pensionati. I soliti.
Se si vuole attuare il progetto di ricalcolo, secondo la proposta in corso, sicuramente vi sono margini per un nuovo ricorso dinanzi alla Corte Costituzionale, e anche oltre. Se si vuole applicare un nuovo contributo, il governo si assuma l’onere di imporlo. E noi faremo ricorsi, fino a quando qualcuno si accorgerà, anche a livello di Corte europea, che c’è una vessazione continua contro una minoranza di cittadini italiani. Peraltro anziani e senza forza contrattuale, come detto sopra.
Cordiali saluti.
Mino Schianchi“