COMUNICATO STAMPA
CIDA: SULLE PENSIONI SOLUZIONE INACCETTABILE ED INIQUA
Roma, 16 luglio 2015. “Le sentenze vanno rispettate e la legge approvata ieri sicuramente non lo fa. La Corte Costituzionale aveva stabilito con chiarezza che i pensionati dovevano essere rimborsati completamente del mancato adeguamento degli assegni avvenuto per due anni consecutivi. Invece una parte dei pensionati percepirà molto poco e un’altra assolutamente nulla”. Questo il commento di Giorgio Ambrogioni, Presidente CIDA, in merito alla conversione del Decreto Legge n.65.
“L’ingiustizia è ancor più clamorosa – continua Ambrogioni – se si considera che una norma del 1982 (art.3 Legge 297/82) prevede il versamento di contributi per la copertura degli oneri relativi all’adeguamento delle pensioni. Contributi sono stati dunque pagati per la rivalutazione dei trattamenti e non riconoscere il diritto agli adeguamenti, anche se tecnicamente non può far emergere profili di incostituzionalità, è certamente irragionevole ed iniquo.
Ci siamo impegnati per cancellare questo ennesimo ed illegittimo blocco della perequazione: speravamo che la sentenza della Corte avesse finalmente fatto giustizia ma, purtroppo, dobbiamo prendere atto che la battaglia dovrà continuare. E poi bisogna finirla di discriminare i percettori di trattamenti medi o medio-alti che hanno contribuito in modo notevolissimo alla sostenibilità del sistema. Oggi la quota di gettito IRPEF a carico dei pensionati ammonta a circa 52 miliardi di euro. Ebbene i pensionati con un assegno mensile pari o superiore a 3.000 euro lordi, pur rappresentando il 5% del totale, contribuiscono per il 40% della suddetta quota di 52 miliardi: appare quindi evidente come nel sistema sia già operante un consistente meccanismo solidaristico ed una più che significativa redistribuzione del reddito.
La CIDA ha convocato un’urgente riunione del Comitato di Presidenza per definire iniziative sindacali a difesa di diritti e principi sacrosanti”.