“Pensioni equità possibili”, è il titolo di un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal futuro Presidente dell’Inps insieme ad altri autori ma, per il Presidente di Federmanager, Giorgio Ambrogioni, <<siamo alle solite, la ricetta proposta è infarcita di ideologie ed è discriminatoria e in verità non molto diversa da quelle già circolate, altro che equità possibile>>.
Ormai sembra diventata una vera e propria ossessione, quella di punire i cd pensionati “d’oro” ormai identificati tali con pensioni da 2000 euro lordi mensili.
Il sistema di calcolo retributivo ha portato dei vantaggi nel calcolo della pensione?
Può essere vero, certamente non per tutti, e come lo stesso Prof. Boeri ammette ne hanno beneficiato le pensioni medie, molto meno quelle medio alte che hanno dei rendimenti pensionistici decrescenti al crescere della retribuzione e alcune delle quali sono state anche plafonate da un tetto pensionistico.
<<Ma visto che si parla di equità, agli autori della proposta vogliamo soltanto ricordare – prosegue Giorgio Ambrogioni – che su circa 16,6 milioni di pensioni, come dovrebbe ben sapere il Presidente in Pectore dell’Inps, oltre 7 milioni hanno pensioni integrate o con maggiorazioni sociali e un altro milione sono pensioni sociali o di guerra.
Stiamo parlando del 50% del totale delle nostre pensioni: una percentuale mostruosa, dove è facile immaginare che si annidino praterie di lavoro in nero e di evasione.
E chi le paga queste pseudo pensioni? Naturalmente sono a carico del bilancio pubblico e quindi di chi paga onestamente le imposte che, guarda caso sono proprio coloro a cui si pensa di mettere le mani in tasca.
Perché chi paga le tasse sono gli onesti lavoratori e pensionati che stanno o si sono costruiti una pensione con il versamento vero di contributi, e non con i regali scandalosi del nostro legislatore, come baby pensioni, promozioni il giorno prima della pensione, “scivoli”, indennità per i nostri politici e cosi via>>.
Naturalmente, lungi da noi la difesa di trattamenti pensionistici che, pur frutto delle regole vigenti, sono d’importo fuori misura, spesso frutto della moltiplicazione di trattamenti derivanti da una pluralità di incarichi.
E allora dove è l’equità, se continuiamo ad accanirci con chi ha una pensione comunque frutto di contributi e che con le imposte che paga sostiene anche questo esercito di più o meno indigenti?
<<Se vogliamo recuperare davvero un po’ di equità anziché fare demagogia o scialbo populismo, conclude il Presidente Federmanager – le azioni da prendere debbono andare in altra direzione e lasciare in pace, una volta per tutte, chi sostiene – lo dimostrano i numeri – il nostro sistema di welfare pensionistico e sanitario e che già sono stati e continuano a essere tartassati da blocchi della perequazione per il recupero del potere d’acquisto e da vari contributi si solidarietà.
E’ questo che ci aspettiamo dal prossimo Presidente dell’Inps. Ovviamente non staremo con le mani in mano a fronte di questo ulteriore tentativo di esproprio!>>
Federmanager e Confindustria ritengono che queste nuove regole garantiscono uno strumento moderno di regolazione del rapporto e favoriranno certamente l’inserimento di nuove figure dirigenziali nella struttura organizzativa delle imprese.