Roma 21 marzo 2015 – “Ancora una volta assistiamo ad un attacco diretto e demagogico alle pensioni di categoria mentre ci aspettavamo un approccio profondamente diverso da parte di un tecnico come il Prof. Boeri” questa la reazione di Giorgio Ambrogioni alle dichiarazioni che ieri sera, il neo presidente dell’Inps, ha rilasciato nel corso di una intervista televisiva su La7 e nella quale Boeri ha fatto specifico riferimento alle pensioni erogate ai dirigenti ex INPDAI.
“Il Prof. Boeri”, continua Ambrogioni, “parla di una <operazione trasparenza> e noi siamo d’accordo nel farla ma a condizione che riguardi tutti, nessuno escluso, dalle pensioni minime a quelle di importo più elevato, da quelle del settore privato a quelle del settore pubblico, senza guardare in faccia nessuno e senza demagogia”.
Per il presidente di Federmanager, non si comprende, infatti, come Boeri dimentichi che su oltre 16 milioni di pensioni, oltre il 50% sono integrate o godono di maggiorazioni sociali senza contare che circa un milione di prestazioni erogate dall’Istituto sono pensioni sociali o di guerra. Il presidente dell’INPS Non può dimenticare, infatti, che queste prestazioni sono sorrette da contributi parziali se non totalmente assenti e sono, quindi, a carico di coloro che pagano contributi e imposte e che, per l’ ennesima volta, vengono presi di mira dall’Inps con la proposta di nuovi ed intollerabili balzelli.
Ci sarebbe, poi, stata maggiore trasparenza nelle parole del presidente dell’INPS, se il Prof. Boeri avesse ricordato ai telespettatori de La7 che i dirigenti ex INPDAI, oltre ad aver subito in questi ultimi anni ben 5 blocchi della perequazione automatica delle pensioni, perdendo oltre il 20% del valore della propria pensione, sono anche soggetti, dal 1 gennaio 2012, ad un contributo di solidarietà che resterà in vigore sino al 31dicembre 2017 e che è stato posto a carico sia dei colleghi in pensione che di quelli in servizio.
Lo stesso Boeri, peraltro, riconosce che le pensioni di importo medio-alto, rispetto a quelle di importo medio-basso, hanno avuto molti meno vantaggi dall’applicazione del sistema di calcolo retributivo in quanto soggette a rendimenti pensionistici decrescenti al crescere della retribuzione e in quanto sottoposte, molto spesso, anche al tetto pensionistico allora vigente.
Riteniamo, poi, che proprio nella logica di quella trasparenza evocata dal prof. Boeri, sarebbe più equo e meno demagogico colpire quelle pensioni che sono il frutto di scandalose regalie che il Legislatore ha garantito con l’elargizione di baby pensioni, di “scivoli”, di pensioni con soli 5 anni di contributi, di indennità ai politici, tollerando pratiche assolutamente censurabili come quella delle promozioni di carriera il giorno prima della pensione e così via.
Se Boeri intende realmente restituire una parvenza di equità al nostro sistema previdenziale è necessario che accantoni il populismo e la demagogia e prenda di mira chi ha davvero avuto dei privilegi lasciando stare coloro che, versando contributi e pagando onestamente le tasse, sostengono il bilancio pubblico e, quindi, l’intero sistema pensionistico e sanitario.